giovedì 12 marzo 2009

LA SINISTRA e LA PAURA DEL VERBO - MAL3D3TTI VI AMERO' [2]

A SINISTRA CI MORDIAMO LA CODA E NON SAPPIAMO CHE LA CODA E' NOSTRA

"Il silenzio del rumore
delle valvole a pressione
i cilindri del calore
serbatoi di produzione...
Anche il tuo spazio è su misura.
Non hai forza per tentare
di cambiare il tuo avvenire
per paura di scoprire
libertà che non vuoi avere...
Ti sei mai chiesto
quale funzione hai?
Quale funzione hai
ti sei mai chiesto
per paura di scoprire..."

[Franco Battiato, Il Silenzio del Rumore - Pollution, 1972]

- Adesso guarda prima il post successivo con il video: è propedeutico a questo - [click per farti portare]


E' vero che si ha paura del verbo. Della parola. Se poi la parola è usata in direzioni precise e nette, inserita pure in contesti estestici, fuori dai canoni cantilenanti del solito "voler riconoscere" tutto e tutto "ricondurre", allora il timore interiore di non poter classificare qualcosa/qualcuno si fa ossessione. Brutta storia ragazzi.
Perché il non poter etichettare destabilizza l'ordine mentale che il sistema ha pazientemente costruito in questi ultimi decenni per tutti noi.
Come dire: non posso incasellare questo che sto leggendo adesso, in questo momento, ergo mi è nemico.
Sicuramente mi deve essere avverso. Non è sullo scaffale degli omogeneizzati dell'Oasi Protetta Plasmon. Non è un prodotto.
Neppure è predigerito. Richiede fatica la sua masticazione.
Così è più comodo per la tranquillità del cuore [sentimenti] avvertire fastidio e poi trasformare il fastidio in sospetto.
Dal sospetto all'errore il passo è breve. Guidato.
Cerchiamo l'etichetta anche ad Area Urbana, deve avercela per forza! Non la si trova? Fabbrichiamogliene una!
Diamogliela comunque.
Ma anche no!
Non datecela per favore.

Chi ha avuto la scomodissima e benedetta avventura di imbattersi in Immanuel Levinas sa che: "l'irruzione dell'Altro, del suo volto, del Volto dell'Altro in noi, è devastante; perché non ci possiamo riconoscere in lui [siamo educati al solo Io me stesso] (...) se non in un intenso e brevissimo atto/sguardo al momento della sua morte. Ci riconosciamo solo in lui alla Fine; ma in quell'attimo ci siamo già persi da tempo". [I. Levinas - Il Volto dell'Altro - Il Mulino ed. ]
Levinas teneva conferenze e lezioni magistrali presso facoltà universitarie, associazioni, organizzazioni isituzionali in tutto il tutto il mondo.
Ma?
Imponeva la non traduzione simultanea dei suoi discorsi pubblici che erano di filosofia della convivenza democratica, in francese, parlava veloce, non rispondeva alle domande, vietava registratori, molti si alzavano e protestando andavano via proprio per le difficoltà a seguire.
Lui continuava, imperterrito, anche per uno solo che rimaneva.
Convinto che: "Anche per uno solo che in questa società riconoscerà nella morte dell'Altro il suo volto e quello dell'Altro", sarebbe stato un prezioso seme gettato nel terreno quasi sterile di questa nostra società completamente impazzita.
Sperava in nuovi germogli.
E non si preoccupava di altro. Quello era il suo compito preciso. La sua scelta di vita, fino all'ultimo respiro. così come è stato.
Il potere del verbo spogliato dalla paura.
Non è che lo abbiano capito molto. L'irruzione dell'Altro non solo continua ad essere vista con fastidio e percepita come minaccia, ma di più ancora: creano anche le ronde paramilitari per "difenderci" dall'Altro che è più Altro.
Sono arrivati anche a dire, i novelli Mengele, che lo stupro forse starebbe nel DNA dell'etnia rumena.
Non siamo veramente capaci ad accogliere.
Dal macrosociale al micromondo personale è tutto un difendere l'integrità dell'avere, mai dell'essere.
Tentare di rileggersi o leggere per la prima volta Susan George?
e cominciare a dubitare, anche di noi stessi, di voi stessi, ma con amore.
Ma nell'essere "compagni" l'amore è concepibile?
E in quell'amore così dimenticato, lo riconosciamo ancora il nostro fratello?
Il volto dell'Altro!

Qualcuno si chiederà cosa significhi questo "incipit".
Non ha importanza se non viene compreso dai tanti.
E' un seme, piccolissimo, lasciato qui.
E se solo uno di voi coglie un senso, seppur minimo, tra queste parole, riconducibile all'Educazione alla Differenza, un passo è già stato fatto per il viaggio che è veramente lungo.
Ma se non lo muoviamo questo primo passo, il viaggio non comincerà.

Veniamo a noi e ai verbi [non phoné, anche se ci piacerebbe] più consoni a chi non è abituato a faticare per la lingua.


Cerchiamo di essere chiari. Almeno noi tra noi. In noi.
Area Urbana non è il Partito Democratico di Alessandria.
Non è Corrado Parise.
Non è Cara/Caro PD/Corrado Parise, come scritto in certe considerazioni [inattuali] pubblicate e lasciate lì nonostante la nostra smentita e anche quella di Corrado Parise che poco fa ci è giunta per conoscenza.
Non siamo tessera di partito alcuno.
Non partecipiamo a simposi, riunioni interne, cene politiche/partitiche, comitati o quant'altro e non ci interessano e da molto tempo.
Non siamo interni a testate giornalistiche stampate o web.
Neppure siamo collaboratori esterni.
Non abbiamo direttori responsabili e/o editori: siamo "irresponsabili" ed inediti.
Non portiamo la voce di alcuno che ce lo chieda per simpatia o ancor peggio per dovere.

Se lo facciamo è per passione.
Non abbiamo la firma di altri per il nostro pensiero.

Siamo certi che l'informazione in Italia stia attraversando uno dei suoi periodi più neri.
La situazione della libertà di informazione nel nostro Paese è diventata talmente malsana che l'unico modo che ci resta [non solo a noi, ma a tutti quelli che credono nell'opporsi a questo Stato di Cose] è "occupare" ogni nicchia ancora non "controllata" disponibile per veicolare e diffondere iniziative coraggiose, che siano politiche/partitiche, artistiche, religiose, etiche...
Quindi Area Urbana ha scelto LIBERAMENTE di prendersi questo spazio autonomo e gestirselo fino a quando il Grande Fratello lo permetterà.
Perché prima o poi, se continuiamo a dormire e a cannibalizzarci gli uni con gli altri, sospettandoci, noi cosiddetti "compagni" [ma si si può ancora usare la parola compagno?] perderemo anche queste "edicole".


Ci stanno pensando i vari D'Alia con i decreti bavaglio per i blog, per Youtube, FaceBook... se qualcosa non va faranno chiudere interi siti. Toglieranno risorse. Spegneranno.
Come hanno chiuso la bocca nel Servizio Pubblico a Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi, Enzo Biagi, Michele Santoro, Paolo Barnard, Fulvio Grimaldi... Come facevano con Pasolini. Non avranno problema a continuare nello smantellamento della libera circolazione delle idee.


Non ci interessa se il bavaglio viene messo a persone a noi più o meno simpatiche.
E' bavaglio e come tale deve farci paura.
E la paura deve farci crescere e ribellarci, perché la ribellione più che mai ora è giusta.
Rivoluzione a partire dall'interiore, nostro.

Se Area Urbana viene a sapere che da domani mattina un qualsiasi avversario, dei colori più disparati/disperati, verrà "messo a tacere" per le idee che ha espresso nella legalità e nelle garanzie Costituzionali e del Diritto, sarebbe qui ora, com'è adesso, a scrivere per chiedere la rimozione della censura e offrirebbe spazio, come è scritto nella testata di questo blog.
Soprattutto diffonderebbe e vi inonderebbe di mails, non di spam.

Smettiamola quindi di mistificare.

Siccome abbiamo chiesto con chiarezza al sig. Giancarlo Patrucco, referente del sito Città Futura di Alessandria, di smentire quanto afferma in un suo articolo on line riferito a noi, e ancora non abbiamo visto alcuna correzione e revisione di quanto ha affermato, siamo qui per dire anche che:

  • questo blog non ha mai citato negativamente l'organo di informazione Città Futura nei post che erano qui presenti; anzi non l'ha proprio mai citato in scritti propri; semmai ha preso degli articoli, anche dal sito anche di Città Futura - al, mettendone in calce la fonte, senza commento alcuno. Nei post firmati poi Area Urbana non c'è traccia di quanto afferma Patrucco (abbiamo l'archivio di tutti i post a disposizione possiamo fornirli e/o renderli di nuovo visibili, basta chiedere);
  • Area Urbana ha inviato mail con quanto pubblicava in questo spazio a tutti gli organi di infomazione che erano e sono ritenuti utili per veicolare e diffondere iniziative, quindi anche a Città Futura - Al;
  • se il sig. Patrucco dice, come dice, che il sito del quale è referente "compariva tra quelli citati nel blog" (Come organo silente? Censurante? Dove l'ha letto?), solo perché: Città Futura - Al è nell'indirizzario di Area Urbana, beh c'è qualcosa che non funziona; il problema è solo suo e lo deve correggere e, se non nella sua testa, lo faccia rettificando e magari scusandosi pubblicamente;
  • riportiamo qui di seguito quanto appare ancora oggi sul sito di Città Futura - al:

"Cari amici del PD e caro Parise, [Ma anche no! Ma come si permette? NdR]

come sapete, noi non siamo un giornale, bensì il sito di un’associazione politico-culturale. Sito che, con la crescita che ha avuto in questi anni, si è ormai accreditato fra i più autorevoli strumenti dell’informazione cittadina e fra i più efficaci mezzi di cui il centrosinistra alessandrino può disporre. Ma, ripeto, non siamo un giornale. Il nostro editore, se posso chiamarlo così, è l’associazione Città Futura, la quale ha nel suo statuto e ha recepito nelle proprie modalità di rapporto il principio dell’inclusività. In altre parole, il sito è composto e definito dagli interventi di chi ci scrive e di chi ci chiede ospitalità. Tutti gli interventi, senza alcuna forma di censura che non derivi dalle comuni regole d’uso: ci si firma, non si spara a caso e non ci si lascia andare a volgarità.

Per questi motivi, ci ha un po’ sorpreso scoprire di essere parte cospicua dei testi da voi rubricati come SHHHT!, e di leggere che questo titolo è traducibile in “silenzio”, “tacete”, “che non se ne parli più”. Noi, veramente, ne abbiamo sempre parlato, anche prima. Se volessimo elencare tutti gli interventi che su questo argomento ha ospitato il sito di Città Futura, potremmo rubricarli meglio sotto il titolo “Non se ne può più”.

Infatti, da ben prima che il PD alessandrino iniziasse questa campagna, abbiamo più volte denunciato l’inerzia del centrosinistra nei confronti della deriva morale dei partiti e del Paese, condividendo le inchieste e le denunce che la stampa “libera” ha condotto sull’argomento, dal celeberrimo La Casta ai noti interventi di Travaglio, di AnnoZero e di Report.

Se, poi, il bersaglio della polemica intende essere la “grande” informazione locale, quella televisiva, quella stampata e non quella, comunque di nicchia, che va sul web, crediamo sarebbe più utile aprire una riflessione generale, che vada oltre il caso specifico e si allarghi a definire meglio contesti, prospettive e responsabilità. Insieme alla moralità nella funzione pubblica, questo è uno dei cardini della nostra vita democratica e detiene non poche chiavi della nostra libertà.

Qui, però, non bastano le denunce. Esistono convenienze economiche, strategie di mercato, rapporti commerciali, ricavi pubblicitari, sodalità politiche palesi e sotterranee. Torno a ripetere ciò che dissi in un testo che sta in SHHHT!: scoperchiare le pentole degli altri è meritorio ma non sufficiente. Bisogna avere la determinazione necessaria per aprire tutti i coperchi e tirar fuori cosa c’è.

Volete provarci? Noi siamo qui.

*referente del sito di Città Futura"


  • Ci rendiamo conto che il sig. Patrucco non ha proprio capito lo spirito degli scritti, ma soprattutto ha veramente travisato il senso per nulla ironico dei titoli dei post, e non solo quelli (ma li avrà letti i contenuti? Soprattutto quelli non intitolati "SHHHT"?); quegli "SHHHHHT!", numerati progressivamente non erano certo per "accusare" di silenzio specifico/generico chicchessia, al contrario: si raccoglievano gli interventi di CHI NON TACEVA, preventivando, e lo abbiamo scritto chiaramente, che nella specifica iniziativa della quale si trattava, sarebbe prima o poi calato il silenzio dei più;
  • perché la verità fa male, perché non tutti si possono permettere di frequentarla e certo, nella stragrande maggioranza dei casi, non per colpa di coloro che scrivono le notizie. Infatti ci siamo preoccupati, appena notata la calata dei silenzi da più parti, di prendere posizione difendendo soprattutto i giornalisti scomodi e quelli coraggiosi;
  • allora Sig. Patrucco, vuole provarci anche lei? Pure noi siamo qui;
  • eppure Area Urbana ha "oscurato" in un solo SHHHHT tutto il blog, informandovi tutti e dando un segnale: e nessuno di voi ha avuto la voglia (chiamiamola voglia) di postare un commento qui e mandare pubblicamente anche una sola frase in merito (sia chiaro non era un obbligo, ma il test è stato disarmante);
  • Usi pure il Sig. Patrucco il nostro spazio: forse qui è più veloce rettificare e scusarsi dell'abbaglio. Noi abbiamo provato a scrivere direttamente a Città Futura. Abbiamo ricevuto una risposta in mail, non di Patrucco, con delle scuse cortesi, ma l'articolo suo resta ancora lì.
  • Siccome è utile scoperchiare tutte le pentole, come viene suggerito, noi nel nostro piccolo ci stiamo provando chiarendo, ci provi anche il referente del sito in questione visto che lo stesso Corrado Parise a nome personale del PD locale ha inviato [pure a noi per conoscenza, ripetiamo] richiesta di rettifica e di scuse.
  • Lo Stile innanzitutto!

Intervento in mail di Corrado Parise inviato ad Area Urbana e Città Futura - AL - Patrucco

Caro Patrucco,

Leggo con sorpresa e non senza un certo avvilimento il tuo pezzo 'Shhht!'.
Mi preme precisare:
- Areaurbana non é il PD né alcuno che a noi possa riferirsi;
- ci siamo sempre espressi con note ufficiali e continueremeo a farlo, certi
che il nostro ruolo ci imponga l'espressione di responsabilità dirette e
pubbliche;
- ritengo il blog Areaurbana degno di attenzione, non tanto perché ha
parlato bene di noi, ma perché ha riportato anche interventi di segno del
tutto opposto: è questo il mio concetto di informazione e, come sai, l'ho
apprezzato anche in Cittafutura; peraltro, lo ha fatto da una prospettiva
che condivido del tutto in chiave estetica, non del tutto invece in chiave
politica: ma, anche qui, a maggior ragione...; d'altro canto, poiché la
nostra è una battaglia sì politica ma, ritengo, soprattutto di cultura,
queste e altre reazioni ci danno il senso di aver colpito nel segno
(compreso il tuo articolo 'La strada antica' e molti altri 'segnali', non
tutti pubblici) e quindi non possiamo che apprezzarle: ribadisco, non perché
parlino bene di noi, ma perché dimostrano attenzione a quello che facciamo,
dandoci la prova che - forse - quello che cerchiamo di fare è avvertito come
intervento su problemi 'reali';
- da qui a dare per scontato, surrettiziamente, che il blog sia una nostra
emanazione ce ne passa, e molto;
- ce ne passa, anche, rispetto alle conseguenze che ne traete e che vi
inducono a pubblicizzare le Vostre conclusioni senza nemmeno porvi il
problema di sentirci e di verificare, tirandoci dentro in una polemica che
non ci riguarda e che può far danni solo alla sinistra alessandrina, unita o
meno;
- pertanto, per usare tutta la franchezza che mi consente l''affetto
politico' che vi porto, mi aspetto delle scuse e una chiara smentita di
quanto avete riportato.

Mi fa, d'altro canto, piacere che proprio tu, nell'articolo che ho citato,
abbia colto benissimo il senso profondo della battaglia che stiamo facendo:
dobbiamo assolutamente tornare a essere popolari, cioè, a porci il problema
di quali siano gli interessi ed i bisogni - anche linguistici e
comunicativi - del popolo, dei cittadini - cioè - sia in quanto singoli sia
in quanto comunità. Abbandonare i continui distinguo, gli arzigogoli
pseudo-intellettuali, le lezioni di vita e di morale 'a parole', le
posizioni compromissorie che sono funzionali solo ad un ceto dirigente
autoreferenziale, antimoderno e chiuso a riccio della difesa di un potere
nichilistico in quanto fine a se stesso.
Dobbiamo, quindi, fare battaglie vere, dalle quali i cittadini ricavino
alcuni messaggi precisi: che abbiamo una chiara consapevolezza di chi siamo,
che cosa vogliamo fare per noi e per la comunità; che siamo assolutamente
disposti, per le nostre idee politiche, a RISCHIARE, in termini di partito e
soprattutto in termini personali; che vogliamo sì vincere, ma siamo disposti
anche a perdere, anche quando perdere significhi perdere il 'posto'
garantito dalla politica. Insomma dobbiamo ritrovare 'la faccia', cioè la
credibilità umana prima che politica. Ed in questo, se non recuperiamo,
adattandoli all'oggi ed al qui, i valori umanistici, non saremo mai in grado
di trasformare la retorica politica di questi sciagurati anni di seconda
repubblica, in politica seria, sia nei metodi sia nei contenuti. Perché non
esistono buoni contenuti dentro un cattivo metodo.
Dobbiamo, d'altro canto, trovare una volta per tutte il senso liberale della
politica e dello stato. In questo, è centrale la riflessione sul rapporto
che deve sussistere fra politica e cittadini, fra cittadini e stato. E su
questo punto, un punto cruciale, si situa la nostra battaglia sull'etica
pubblica, chiamiamola così. Proprio su questo punto, d'altronde, s'innesta
il problema del 'che cosa dire' e 'come dirlo', cioè il problema della
verità e di come trattarla. Da troppo tempo l'abbiamo allontanata, sfumata,
tritata nella retorica. Io penso che sia arrivato il momento di avvicinarla
a noi. E prenderci tutti i rischi di questo riavvicinamento, perché - come
sappiamo - la verità fa male.

Insomma, mi chiederai, dobbiamo fare la rivoluzione? Sì.

Coi più affettuosi saluti,

Corrado Parise

Alessandria, 12 Marzo 2009

P.S. Mando per conoscenza questa lettera anche ad Areaurbana.

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Siamo Cani veramente sciolti noi Area Urbana.

Grazie

MAL3D3TTI VI AMERO' -TORNANDO INDIETRO

Non è poi così sempre facile tornarsene sui propri passi, a volte disastroso. Soprattutto se un DeXter di turno ci costringe come sequenza ulteriore di un Se7en a compiere l'ottavo vizio.

FERMARE IL NUCLEARE AD ALESSANDRIA E IN TUTTA ITALIA









Sottoscrizione popolare per fermare il nucleare ad Alessandria e in tutta Italia


Per impedire il deposito nucleare ad Alessandria bisogna presentare il ricorso al Tar del Lazio, entro fine mese. Per presentare il ricorso necessitano 4.000 euro per le spese legali.

Apriamo dunque una sottoscrizione popolare.

I tempi sono strettissimi. Invitiamo perciò tutti a segnalare urgentemente la somma con cui sono disponibili a contribuire. Pubblicheremo di volta in volta l’elenco dei sottoscrittori. Poi, appena raggiungeremo i 4.000 euro, indicheremo le modalità per il versamento del contributo.

Se non li raggiungeremo, le generazioni presenti e future alessandrine si terranno il deposito nucleare, radioattivo per 26.000.000.000 di Bequerel (26 miliardi, iniziali). Dunque dipende da noi tentare di impedirlo.

CONTRO IL NUCLEARE, AD ALESSANDRIA ED IN OGNI LUOGO

Per eliminare il nucleare ad Alessandria …

E’ illegittimo il “decreto di disattivazione” dell’impianto nucleare di Bosco Marengo (Alessandria) che imporrebbe un vero e proprio deposito nucleare, spudoratamente definito provvisorio, ma, in realtà, a tempo indeterminato, con ingiustificabili rischi per l’ambiente alessandrino, per i lavoratori, per le generazioni alessandrine presenti e future.

Noi pretendiamo invece che l’impianto di Fabbricazioni Nucleari sia mantenuto in sicurezza e che il suo smantellamento sia subordinato all’individuazione a norma di legge di un deposito nazionale, specificamente individuato al fine di custodire per i secoli a venire le scorie radioattive nella maggiore possibile sicurezza.

Bosco Marengo deve essere bonificato dai rifiuti nucleari, trasformato in prato verde, non deve diventare sede di un deposito nucleare esposto a tempo indeterminato a malfunzionamenti, atti terroristici o incidenti, che, stante la collocazione impropria, avrebbero conseguenze particolarmente devastanti.

Le leggi vigenti 368/2003 e 239/2004 prevedono un percorso totalmente diverso per individuare dove realizzare un deposito nucleare. Perciò il decreto di disattivazione è illegittimo.

E perciò

… presentiamo ricorso al TAR del Lazio contro questa autorizzazione illegittima che si colloca all’interno delle scelte del governo per rilanciare la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia.

Primi promotori:

Legambiente Piemonte Settore Energia

Medicina democratica

Associazione dei Comitati della Fraschetta

Pro Natura Piemonte

Rete ambientalista della provincia di Alessandria

Progetto ambiente

AFA Amici delle ferrovie e dell’ambiente

Gevam onlus

Rete nazionale Rifiuti zero

Circolo alessandrino movimento Decrescita Felice


Partecipa a questa battaglia contro il nucleare in Italia! Aderisci. Diffondi questo appello.


cintatta Lino Balza linobalzamedicinadem@libero.it



MINISTRO DELLA PAURA

Il potere e il consenso si fondano sulla Paura.