mercoledì 15 aprile 2009

ALESSANDRIA URBANA - MARIO GIORDANO NON E' MONTANELLI



Io sono la Verità, la Via e la Luce























A che punto siete con la parola, voi che poggiate gli occhi qui a tratti?
Scappate veloci non avete tempo che pure il vostro di tempo è andato perduto, scritto tutto attaccato.
Sparite nelle mille e più mille cose da fare che non fate mai, perché mille più mille non possono essere concluse, neppure fare duemila.
Mai.
Ed è un già visto da tempo il delirio dei parolai sparati ad ogni momento in ogni dove.
Che raccontano, deducono, delucidano così opachi, unti, con la forfora a nevischio sulle giacche tela vaticana.
Qualcuno glielo dica che quando ci si veste per rappresentanza occorre anche lì scegliere.
O si dotano di sciampo medicale specifico.
O si vestano di chiaro evitando omeri innevati.
E già.
Oltre quelle insidiosissime particelle che cadono dai crani esfoglianti c’è anche la crosta lattea.
Domineiddio quelli con la crosta lattea!
Lui allora era un semi giornalista d’assalto. Scriveva scomodo, a volte, su carta stampata della Curia.
In quella d’allora realtà di provincia fascista democrista [lo resta ancora]: pareva strano uno come lui.
Troppo strano per essere vero.
E infatti non lo era.
Vero.
Però si vedeva, cazzo se si vedeva, che ne possedeva di stoffa.
Sarto dopo sarto divenne famoso, sparì agli occhi degli amici.
Non lo si vide mai più. Però al paesello tutti ancora ne parlano di lui.
Quando appariva/appare/apparirà nella scatola luminosa c’è un fremito fra i suoi “concittadini”.
L’orgasmo paesano. A secco però.
A proposito: a che punto siete con gli aggettivi, voi che non sapete del potere loro se usati giusti?
Gli aggettivi.
Sono storie amare quelle dei venditori di inchiostro.
Quello lì lo si cominciò a vedere sparato da colleghi famosi, a pontificare, scrivere libri, raccontarci del suo sermone, sempre uguale, tristemente noioso.
Un blablabla monocorde che al confronto i soliloqui della Cristina tettona del GF9 sono estasi.
Stonato, pieno di sicumera, in ecolalia, post balbuziente.
Poteva però anche fare tenerezze.
E invece no. Non era come si pensava.
Difatti.
Crollò a terra e si frantumò in piccoli pezzi, minutissimi, senza valore, manco si poteva ri-sconoscerli [scritto proprio con la “s”].
Era forfora?
Crosta lattea mal curata scesa a rappresentarlo?
Di fatto fu doloroso scoprirlo così identico al suo padrone.
Lui che aveva iniziato da piccolo a maledire i signori del potere mediocre.
Lui partito con il valore forte dirompente del Cristo vivente tra gli ultimi; vederlo così pallido, gonfio, con quella voce che non si sapeva se uscita dalla rabbia contro il diverso, difatto fastidiosamente femminea acuta, la voce, a urlare/urtare e “io le so tutte”… com’era cambiato quel tizio.
Più passavano i mesi più era incredibile.
Molto più credibile come pedina, dama, niente attacco al re.
Pezzo fra i tutti schierati sulla scacchiera.
Dai che ce l’hai fatta e prendere un posto!
Attento alle mosse.
Un passettino dietro l’altro, dietro, indietro.
Trasformato nei pensieri, parole, opere, omissioni.
Soprattutto omissioni di soccorso ai suoi stessi.
E’ arrivato un arrivato.
Sparì poi per un po’ il disastro doloroso.
Riapparve così come lo si vede adesso. Molto più magro. Tirato.
Grigio verde muffa derma.
Liftato pure?
Pare che tutto gli faccia schifo.
Integralista incattivito che piuttosto di ammettere errore sparerebbe alla statua dell’Assunta, rivendicando il gesto come giusto e dovuto per un simulacro.
Adesso non riesce nemmeno più quello.
Come si potrebbe mettere in satira uno che è già imitazione del suo simile passato e che non contento d’essere fantasma di ciò che era, si mette ad imitare in tutto il suo cavaliere di sventura?
Non sarebbe divertente.
Non sarebbe satira.
Era almeno amaramente sorridevole vedere la sua pantomima: lui che prendeva ordini dal suo pisello per decidere di cosa parlare e come condurre un’intervista.
Che si genufletteva ai ministri a lui graditi e diventava isterico bambino senza giocattolo se non c’erano suoi amici.
Ma quella, per l’appunto, era satira!
Cioè si fa per dire, quella era satira, ma era veramente lui, era così.
Ridicolo.
Che se gli manca una virgola, al prete lettore, non capisce più una mazza della teologia spiegata al popolino piegato, ma tanto, chissenefrega!, non capirebbe lo stesso [il popolino], lo hanno addormentato a suon di occupazioni totali degli spazi d’informazione.
E’ l’unico paese dove a qualsiasi ora del giorno o della notte, su tutte le reti, su ogni testata stampata possibile, ogni giorno, ci raccontano tutto del Papa, della CEI, delle decisioni di quello Stato Straniero, delle messe in pompa magna o di periferia…
Immaginate la stessa cosa al contrario.
Un po’ di Sci-Fi non guasta.
Prendiamo a caso uno Stato, il Liechenstein.
Che cosa succederebbe se il capo del Governo di quel piccolissimo territorio diventasse il più citato, mandato in onda, se i suoi discorsi su tutto fossero in diretta su ogni dove nei nostri organi di dis/informazione?
Qualcuno, molti [molti?], griderebbero allo scandalo.
Ma con il vaticano e il suo Capo no.
Genuflessi ci sorbiamo per tutto un anno la cristiana imposizione dell’irruzione nelle nostre case della Chiesa Ministero Politico.
Fosse anche Ministero religioso, e non lo è, non cambierebbe la cosa.
Ma ai parolai sta bene.
Anzi.
Con quanta veemenza quei “giornalisti” fanno proprie le scomuniche sulle scelte possibili dello Stato italiano emesse quotidianamente dalla Santa [?] Sede.
Tra i tanti quasi tutti si è sempre distinto per adesione totale il nostro di cui sopra.
Perché adesso dirige anche un giornale: i disastri non sono mai unici.
E da lì è contro tutto quello che secondo lui e il suo feudatario è comunista.
E’ comunista il preservativo ed è cristiano che i fratelli muoiano di Kaposi, soprattutto quelli africani.
E’ bolscevico chiedere di morire con dignità quando si è in vegetativo, la condanna alla vita eterna di sofferenza invece è Ecumenismo.
E’ rivoluzionario e quindi peccato mortale opporsi e chiamare le cose con il loro nome: un fascista non puoi definirlo in altro modo. E’ fascista punto e basta. Un seduttore del popolo si chiama così, come il serpente nella Genesi: seduttore!
Invece è eticamente cattolico ortodosso e di santa romana chiesa mistificare e raccontare bugie grandi come il cupolone.
E il perseverare?
Come si dice diabolicum nella reiterazione degli atti per la scomparsa metodica della verità?
Lo scandalo non sta tanto nella scorrettezza di certi personaggi “parlanti” ma in quelli che lo hanno tenuto a battesimo ed oggi non hanno il coraggio laico di mandarlo affanculo anche in diretta.
Questo grillo ormai morto, ombra noiosissima dell’ombra che già era da Gad Lerner, continua senza che qualcuno dei giornalisti veri, perché ce ne sono ancora!, lo inviti finalmente a tacere. Almeno per rispetto della morale e del pubblico pudore e che si dimetta dal rappresentare questa morte orrenda della Luce a cui partecipa non come attore.
Anzi continuano ad invitarlo perché il Padrone desidera così.
E se il datore di lavoro esprime mira anche minima d’essere rappresentato allora è pecorina!
Scusate la volgarità ma non c’era parola migliore.
A proposito: a che punto siete con il conflitto fra il vostro credo religioso e gli ultimi che stanno rantolando?
C’è sul vostro personalissimo vocabolario qualcosa che assomigli a: Gesù Cristo vi prenderebbe a calci in culo come ha fatto con i mercanti nel Tempio?
Come lo rendereste in italiano?
Gesù era comunista?
Era un bolscevico pericoloso che predicava la Verità anche a costo della vita?
Un clandestino straniero barbaro [con la barba!] da rispedire al mittente e da far crocifiggere al suo Stato d’origine?
Cristo la prostituta?
Il barbone?
Il nemico?
Lo studente anti involuzione da abbattere a manganellate?
Cristo il sangue versato alla Bolzaneto?
Ma che credenti siete? Che fede avete a parte l’emilio?
C’è bisogno come il pane che manca di gente che vi usi la parola contro.
Che non abbia paura di usarla.
Questa parola!
E allora: alla smunta ora cicala sguaiata che non aveva mai convinto come grillo [parlante?], e a quelli come lui, il consiglio da amici quali eravamo:
Che si vada a vedere gli ultimi editoriali di Ruggero Orlando alla RAI.
Che si tolga finalmente dai coglioni.
Che realizzi quanto sia peccatore e come è profonda la divisione ferita che si porta dentro.
Che cerchi un buon padre spirituale di quelli che ancora usano i calci in culo.
Che la smetta di sporcare carta e spazi in nome di Gesù il Cristo.
Che faccia finalmente Deserto!


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