MA PERCHE' STATE ZITTI?
Anche per te vuol dire pure a nome tuo.
Pensi: ma che cosa me ne può importare di quello che dice uno che parla ai giornalisti di "cartolarizzazioni", Corte dei Conti, conflitti di incarichi pubblici, parenti di assessori...?
Però: quando guardi tua busta paga t'incazzi. Perché quelli che si occupano dei CCNL è vero che ogni tanto aumentano di qualche elemosina i tuoi emolumenti mensili
Pensa ai dipendenti pubblici che si sono visti incrementare il loro stipendio della bellezza di massimo 70/80 euro lordi, mensili, che sono dati a chi è quasi alla pensione... Mentre agli altri è stato erogato un aumento che varia secondo gli anni di servizio... mediamente diciamo 50 euro lordi. Fatto il conto al netto: pure i dipendenti pubblici hanno avuto la loro "social card".
Ogni mese potranno spendere 30/40 euro in più. Potrebbero.
Perché, dallo stipendio di ore lavorare la Regione, il Comune ed eventualemente Enti diversi ammessi si prendono le tasse locali. Mensilmente.
Cioè sei tu che paghi i servizi e non potrebbe essere diversamente.
Facciamo altri conti: mediamente un dipendente pubblico a metà della sua carriera percepisce uno stipendio netto di circa 1.200 Euro.
Cominciamo a togliere: tassa comunale a volte doppia (capita pure questo) circa 12 euro, quella regionale di altri 12 euro - sempre circa, quello che devi "lasciare giù" al sindacato scelto, pure qui facciamo una media di 12 euro (oltre le "normali" trattenute che lo Stato preleva). Otteniamo circa 36 euro netti dati alle amministrazioni locali - la "social card"- aumento contrattuale te l'hanno già mangiata, perché intanto periodicamente queste tasse aumentano, perché il costo della vita... la crisi... Quindi l'aumento che ti hanno concesso in realtà è una bufala. Ti danno poco da una parte e non adeguandosi al costo della vita, e ti tolgono un po' di più di quello che ti hanno "virtualmente" concesso, perché per la tassazione obbligatoria c'è l'adeguamento al costo della vita. Lì c'è.
E' ormai una prassi consolidata: si danno gli aumenti contrattuali, tra un po' slegati anche dalla scala mobile con la benedizione di CISL e UIL, [leggi "elemosine" perché siamo sempre in Sacrifici Nazionali ed Emergenze Economiche da almeno 5 decenni] e contemporaneamente scattano, puntuali, prelievi fiscali più pesanti. Di poco, nessuno singolarmente magari se ne accorgerà (dei piccoli aumenti). Ma moltiplicare quel "pochissimo" di più, che si prendono regolarmente, per i milioni di "tassati" vedi che bella zuppona viene fuori!
Non dimentichiamo i soldi al sindacato che ormai non ci può più rappresentare per ovvi motivi di Totalitarismo del Cavalierato, e non solo [CGIL cacciata dalle contrattazioni perché "non gradita", CISL e UIL che si calano le braghe contentissime di quel poco che hanno raccattato "sapete siamo in crisi!"... "E' cosa veramente santa e giusta che il dipendente pubblico che si ammali debba essere multato (una piccolissima percentuale per i primi 10 giorni, se ne accorgerà neppure), che sia trattato peggio di un recluso in massima sorveglianza durante la malattia, 11 ore al giorno ad aspettare la visita fiscale obbligatoria per il datore di lavoro, anche se la malattia è di solo 1 giorno; e le visite fiscali costano allo Stato, e anche tanto, cioè, lo Stato siamo noi: costano a noi, anche quelle le paghiamo noi!)].
Insomma, per farla breve e dirla in soldoni: noi abbiamo il dovere, pur se molto incazzati, di versare anche il sangue residuo allo Stato; ma lo Stato e, quindi, anche la Pubblica Amministrazione hanno il dovere di usare soldi del contribuente per il bene della Cosa Pubblica, cioè per tutti noi noi che abbiamo un reddito da dipendenti; che noi sì che le PAGHIAMO LE TASSE fino all'ultimo centensimo!
Noi sì!
A maggior ragione lo Stato e le Amministrazioni Pubbliche, tutte, decentrate, locali o meno, devono fornire periodicamente resoconti pubblici e chiari su come adoperano le risorse economiche che noi garantiamo mese dopo mese con il nostro sudore. Sono ore lavorate da noi. Anche da chi scrive adesso qui. Che per scrivere queste cose non è pagato, questo sia chiaro.
Non è ammissibile che ad una semplice richiesta di chiarimenti su come siano stati usati "i nostri soldi" da Lorsignori, essi, Loro trovino sconvolgente, "a tratti allucinante" il doverne rispondere.
E' normale amministrazione che l'Amministrazione risponda del proprio operato. Non è eccezionalità avversa.
Ma se io ti affido dei soldi miei, e ti delego a rappresentarmi e ti do un mandato specifico e tu con quei soldi devi farci delle cose per il mio bene, se io che mi sono fidato, a distanza di qualche mese, o anche un anno, ti chiedo come tu abbia usato quel mio denaro e tu non mi rispondi, ti arrabbi, mi dici che sono affari tuoi, che tutto è a posto, che non devo preoccuparmi...
Magari è vero che è tutto a posto, che non devo preoccuparmi, che tu sei un mio amico, che hai fatto tutto nel mio interesse. Però perché non vuoi dirmi chiaramente, senza rabbia, con tranquillità, che tutto va bene e dimostrarmi che è davvero così?
Perché altrimenti qualche dubbio io comincio ad avercelo.
Non perché io sia in cattiva fede o penso che lo sia tu, ma semplicemente perché tu non vuoi rispondere. O rispondi in modo non consono ad una normale gestione di fiducia che deve essere reciproca.
Ma qui si parlava di amici.
Proviamo ad usare parole più semplici. Perché fino adesso la cosa può apparire complessa.
Ragioniamo per sillogismi e quindi per logica:
io sono un cittadino, percepisco uno stipendio da lavoro dipendente, quindi, attraverso quello che lo stesso Stato mi preleva dalla busta paga, sono una sicura fonte di fondi da reddito fisso;
tu sei lo Stato, o lo rappresenti, sei la Cosa Pubblica e lavori per il bene della cosa pubblica usando i miei soldi, che mensilmente prendi, per farla funzionare al meglio;
io non seguo la politica economica perché non ho gli strumenti per farlo, non la capisco;
qualcuno [non ha importanza chi, chiunque ne capisca più di me della gestione economica della cosa pubblica e può essere un semplice contribuente, uno sfrattato, un libero professionista, un extracomunitario, insomma qualsiasi persona che abbia competenze in merito] in questo caso un politico locale, cerca di informare l'opinione pubblica su alcuni dubbi che lui ha in merito a cose specifiche inerenti l'uso del denaro pubblico [quindi anche il mio denaro] da parte di certi amministratori. Domanda spiegazioni, chiede che questi dubbi siano fugati;
non ha chiesto una cosa assolutamente inammissibile e incodivisibile, o fuori da ogni ordine di comprensione delle leggi di questa Galassia;
ha esposto delle situazioni riguardanti persone che ci amministrano, ha chiesto a queste persone di rispondere e chiarire, semplicemente;
le persone che dovrebbero rispondere e chiarire non lo fanno;
le persone che devono rendere pubblico, anche senza richieste specifiche [la trasparenza negli atti dell'Amministrazione Pubblica è obbligo di legge], e dare conto del loro operato tacciono;
le persone che vengono anche gentilmente invitate a parlare, come ha chiesto Piero Bottino il 13 c.m. [vedi post precendente] rispondono che "non intendono intervenire nella polemica, almeno ufficialmente";
Perché?
Perché reagiscono arrabbiandosi?
Perché considerare un avversario politico sempre e comunque come un nemico?
Perché chiudersi a riccio?
Perché non parlano?
Perché si è cercato di far cadere dall'inizio questo "affaire di provincia" nel silenzio?
Perché deve essere così difficile ottenere risposte tempestive e soprattutto chiare?
E non per ultimo: perché deve essere così così difficile parlarne di questa cosa?
Sono domande lecite. E non esiste più il reato di di lesa maestà. E' vero che magari prima o poi verrà reintrodotto da qualche "leggina ad personam", e qualche sciagurato lo spera anche; ma per ora non esiste, non c'è, non fa parte dei nostri Codici.
Quindi che si risponda, non in privato, nelle sezioni di partiti o in riunioni vostre per addetti ai lavori, ma pubblicamente, in Consiglio Comunale aperto anche... ma che i cittadini sappiano. Adoperateli questi organi di informazione. Fatelo.
Non trasformate questa cosa in una cosa propria perché non lo è.
E' cosa pubblica.
Se tutto è normalmente avvenuto nella totale chiarezza di gestione, cosa che magari è vera, e il politico dubbioso si sbaglia, perché la guerra dei silenzi?
Non sarebbe più semplice e decorosamente utile smettere di adoperare il potere come si fosse sempre in casa propria e si avesse a che fare con i propri congiunti?
Che debba nascere un blog, che tratti anche di quest'affaire [questo blog], o che le informazioni inerenti alla questione siano ospitate e rilanciate solo da testate di nicchia o, dal sito del partito del politico locale, non fa molto onore a Lorsignori Amministratori.
Se ne rendono conto?
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